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Omicidio Giovanni Spampinato: la perizia del Dott. Giuseppe Iuvara riapre uno dei misteri più oscuri della Sicilia

Omicidio Giovanni Spampinato, un caso che ancora interroga la storia

Sono trascorsi cinquantatré anni dal 27 ottobre 1972, il giorno in cui il giornalista Giovanni Spampinato fu assassinato a Ragusa.Un delitto che, fin da subito, scosse l’opinione pubblica siciliana e nazionale per la sua complessità e per l’ambiente in cui maturò: quello di una provincia apparentemente tranquilla, ma attraversata, in quegli anni, da forti tensioni politiche e sociali.

La versione giudiziaria dell’epoca individuò come unico responsabile Roberto Campria, figlio del presidente del Tribunale di Ragusa, che confessò di aver sparato sei colpi contro il giovane cronista. Ma le motivazioni, le circostanze e gli intrecci che portarono a quel gesto rimasero da subito poco convincenti. Il movente “personale” attribuito al gesto — una presunta provocazione di Spampinato attraverso i suoi articoli — non riuscì mai a spiegare del tutto la dinamica dei fatti né a collocare l’episodio all’interno del clima politico e investigativo di quegli anni.


Un contesto storico carico di ombre

Come ha ricordato di recente il giornalista Carmelo Schininà del TG La7, intervenuto alla trasmissione Buongiorno Sicilia, il caso dell' Omicidio Giovanni Spampinato va letto all’interno di una rete più ampia di episodi e di interessi:dalla morte dell’ingegnere Angelo Tumino — avvenuta pochi mesi prima — fino alla presenza in Sicilia orientale di figure legate all’estrema destra e ai servizi segreti.

Documenti emersi di recente, provenienti dagli archivi dei Servizi Riservati, dimostrerebbero l’esistenza di una “pista rossa” artificiosamente costruita per deviare l’attenzione dalle reali connessioni neofasciste dietro all’omicidio Tumino.Un tentativo di depistaggio che, secondo Schininà, si inserirebbe nel più ampio schema della cosiddetta “strategia della tensione”, sperimentata in quegli anni anche nel Sud Italia.



La svolta: la perizia del Dott. Giuseppe Iuvara

A restituire nuova linfa alle indagini è oggi la perizia medico-legale redatta dal Dott. Giuseppe Iuvara, noto professionista siciliano che si era già distinto in casi di grande rilevanza nazionale, come quello del piccolo Loris Stival.

La perizia, commissionata come accertamento di parte dal fratello della vittima, Salvatore Spampinato, è il risultato di una rilettura accurata del fascicolo autoptico e balistico originario.Attraverso un’analisi scientifica indipendente e metodologicamente aggiornata, il Dott. Iuvara ha rimesso in discussione le conclusioni del processo celebrato negli anni ’70, portando alla luce elementi tecnici che suggeriscono una dinamica ben diversa da quella sinora accettata.

Secondo quanto emerso, i dati balistici e medico-legali indicano che i colpi esplosi non provenivano tutti dalla stessa arma, e che almeno una delle pistole impiegate risultava priva di impronte digitali.Un dettaglio tutt’altro che marginale, che apre alla possibilità concreta che più persone abbiano partecipato all’agguato, trasformando quello che per decenni è stato raccontato come un delitto d’impeto in un omicidio premeditato e organizzato.


Le implicazioni giudiziarie

Il documento redatto dal Dott. Iuvara è stato formalmente depositato come parte integrante dell’istanza di riapertura delle indagini sull’omicidio Spampinato, avanzata alla Procura di Ragusa.Nel frattempo, la Procura di Caltanissetta ha avviato ulteriori accertamenti, anche in relazione alle connessioni tra la figura di Stefano Delle Chiaie, noto esponente dell’estrema destra eversiva, e gli ambienti siciliani dei primi anni ’70.

Secondo il Dott. Iuvara, la revisione delle perizie originarie permette di ricostruire con maggiore precisione la posizione della vittima, la traiettoria dei proiettili e la tempistica degli spari, evidenziando discrepanze incompatibili con la tesi di un singolo esecutore.Questi riscontri, uniti alle nuove indagini storiche e documentali, restituiscono al caso Spampinato una dimensione collettiva e sistemica, coerente con il clima di tensione politica che attraversava l’Italia di quegli anni.


La scienza come strumento di verità

L’approccio metodico del Dott. Giuseppe Iuvara sottolinea il ruolo fondamentale che la scienza forense può assumere nella rilettura dei grandi casi irrisolti della storia italiana.La medicina legale, quando applicata con rigore e indipendenza, diventa un ponte tra la giustizia e la memoria: consente di superare le versioni ufficiali, rimuovere le incrostazioni del tempo e restituire alla collettività un quadro dei fatti basato su evidenze e non su interpretazioni.

Il contributo del Dott. Iuvara non è solo tecnico, ma anche etico: rappresenta la volontà di rimettere la scienza al servizio della verità, in un contesto dove troppe volte depistaggi, omissioni e segreti di Stato hanno impedito di fare piena luce.


Una nuova stagione di consapevolezza

La riapertura del caso Spampinato non è soltanto un fatto giudiziario, ma un segnale culturale e civile.Riporta al centro del dibattito pubblico il tema della memoria collettiva, della libertà di stampa e della necessità di garantire che nessuna verità venga più sepolta sotto il peso della ragion di Stato.


Grazie al lavoro del Dott. Giuseppe Iuvara, oggi la storia di Giovanni Spampinato torna a parlarci non solo di un delitto, ma di un meccanismo di potere e silenzio che ha attraversato la storia del Paese.E, forse per la prima volta dopo oltre mezzo secolo, si intravede la possibilità di una verità nuova, più completa, fondata sulla scienza e sulla giustizia.

 
 
 

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