L'omicidio di Giovanni Spampinato: evidenze medico legali 50 anni dopo quel tragico 27 ottobre 1972
- dottiuvara
- 24 apr
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Il giornalista Giovanni Spampinato, cronista de "L'Ora" fu assassinato a Ragusa con 6 colpi di pistola il 27 ottobre 1972: nei tre gradi di giudizio fu sempre confermata la colpevolezza di Roberto Campria, reo confesso, che si costituì subito dopo il delitto.
Per tanti lunghi anni le motivazioni condivise sin da subito dai magistrati dell'epoca (che ipotizzavano un atteggiamento inquisitore dello Spampinato nei confronti del Campria, sospettandolo di aver ucciso pochi mesi prima l'ing. Tumino), la confessione dell'omicida ed i riscontri medico legali ricostruirono una versione dei fatti sostanzialmente accettata dalla comunità ragusana ma non altrettanto dai familiari della vittima.
Dopo circa 25 anni diversi studiosi e giornalisti si avvicinarono al caso con importanti nuovi riscontri investigativi che alimentarono la speranza di una attendibile ricostruzione del movente e dei fatti.
In particolare il fratello della vittima, Salvatore Spampinato, si prodiga a tutt'oggi nella ricerca di nuove evidenze: delle sue ricerche ne ha scritto un libro che ha riscosso un grande successo, peraltro motivando gli approfondimenti di grandi testate giornalistiche nazionali (vedi soprattutto Carmelo Schininà di TgLa7).
L'omicidio di Giovanni Spampinato: evidenze medico legali 50 anni dopo
L'aspetto medico legale della triste vicenda mi è stato sottoposto circa due anni or sono, nel gennaio 2023, proprio da Salvatore Spampinato che, oltre alla relazione autoptica ed il report del Sopralluogo Giudiziario, mi forniva un enorme quantità di documenti dell'epoca per una circostanziata verifica degli accertamenti tecnici (allora effettuati) e dello svolgimento dei tre gradi di giudizio.
Le chiare incongruenze
L'esame degli atti evidenziava subito elementi francamente contrastanti, che di seguito sinteticamente si riportano:
i colpi d'arma da fuoco risultarono esplosi da 2 diverse pistole:
una pistola a tamburo (Smith e Wesson cal. 38) con multiple impronte digitali del reo confesso (Campria) e da lui stesso consegnata ai militari (4 colpi)

una pistola semi-automatica, rinvenuta durante il Sopralluogo Giudiziario all'interno della Fiat 500 della vittima, assolutamente priva di impronte digitali (2 colpi)

positività del guanto di paraffina su entrambe le mani del reo confesso.
Le superiori evidenze sostengono che il Campria sparò solo con la pistola a tamburo, ricca di sue impronte digitali; contestualmente la positività del guanto di paraffina in entrambe le sue mani indica che egli non aveva guanti protettivi.
L'altra arma semi-automatica priva di impronte digitali, rinvenuta dai militari all'interno dell'autovettura, fu pertanto senza dubbio trasportata ed utilizzata da altro soggetto munito di guanti.
Il mancato rilievo di impronte digitali sulla pistola semiautomatica, che confuta la tesi fornita dal Campria (ovvero che sparò solo lui utilizzando entrambe le pistole), sembra non pervenire al collegio medico legale nominato allora dalla AG che propose una ricostruzione totalmente da rigettare " ... al momento della sparatoria il feritore si trovava alla destra della vittima e, poiché questi era alla guida della sua FIAT 500, è da ritenere che il Campria, si trovasse, verosimilmente, seduto nel sedile accanto al guidatore… La positività delle reazioni microchimiche per la ricerca della polvere da sparo sui guanti di paraffina corrispondenti sia alla mano destra che alla mano sinistra del CAMPRIA ci inducono a ritenere che probabilmente questi abbia esploso tutti i colpi impugnando contemporaneamente le due armi sequestrate…”
Tale dinamica del fatto delittuoso verrà sempre confermata nei tre gradi di giudizio.
Alla superiore incongruenza si aggiunge la passiva adesione del medico legale di parte allora nominato dalla famiglia Spampinato, che nulla obietta a tale ipotesi/versione dei fatti.
La traiettoria dei proiettili per come accertato nell'esame necroscopico "Tutti e 6 i colpi sono stati esplosi con direzione da destra verso sinistra, leggermente dall’avanti all’indietro e dall’alto verso il basso …” : chi conosce o ha memoria dell'angusto abitacolo della Fiat 500 dell'epoca ben comprende che che lo spazio assolutamente ristretto non consente di realizzare un posizionamento idoneo a realizzare tali traiettorie dei proiettili. In buona sostanza il puntamento per come proposto dal collegio medico legale del tempo non avrebbe sortito un effetto sorpresa sulla vittima che avrebbe certamente attivato un tentativo di fuga e sarebbe stato piuttosto colto posteriormente.
La mancata dimostrazione di una alterazione del sensorio del Campria che all'esame tossicologico, risultava aver assunto solo una scarsa quantità di ansiolitico: tutto ben ricorda il reo confesso delle ultime ore e del dialogo con Spampinato ma, gurda caso, si trincera con un "non ricordo" quando gli viene chiesto di riferire dettagliatamente la dinamica della sparatoria.
Le superiori evidenze sono state dettagliatamente esposte in una consulenza tecnica da me redatta, forte della quale Salvatore Spampinato ha richiesto la riapertura del caso.
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