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Il caso Wajdi Zaouadi: una tragedia familiare che scuote Vittoria

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2024, la città di Vittoria, in provincia di Ragusa, è stata teatro di un dramma familiare che ha sconvolto l'intera comunità, Il caso Wajdi Zaouadi. Un incendio doloso, appiccato all’interno di un’abitazione in piazza dell’Unità, ha causato la morte di Mariem Sassi, 55 anni, e della figlia Samah Zaouadi, 34. Feriti gravemente anche il capofamiglia Kamel Zaouadi, 57 anni, e la figlia minore Omaima, di 19.


Il principale indiziato è il figlio e fratello delle vittime: Wajdi Zaouadi, 31 anni, accusato di aver deliberatamente appiccato il fuoco nella casa di famiglia, cospargendo di liquido infiammabile la zona notte e i punti di accesso all’abitazione. Dopo l’incendio, è stato arrestato nei pressi della stazione degli autobus di Vittoria, dove si presume stesse tentando la fuga.



Le accuse e l’avvio del procedimento - Il caso Wajdi Zaouadi.

L’uomo è attualmente detenuto presso il carcere di Siracusa, in una sezione riservata a soggetti con fragilità psichiatriche. A suo carico pesano accuse gravissime: duplice omicidio, tentato omicidio e incendio doloso, aggravati dai legami familiari, dalla crudeltà e dai futili motivi.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Giovanni Ascone, ha richiesto che venga accertato lo stato mentale dell’imputato, sia al momento dei fatti, sia nel presente. In passato, infatti, Zaouadi era già stato giudicato incapace di intendere e volere in un altro procedimento per resistenza a pubblico ufficiale, fatto che ha aperto interrogativi sulla sua stabilità psichica e sulla gestione sanitaria di situazioni potenzialmente pericolose.


La perizia psichiatrica e i protagonisti

Il Giudice per le Indagini Preliminari Gaetano Di Martino ha accolto la richiesta di perizia. Il compito è stato affidato al professor Eugenio Aguglia, ordinario di Clinica Psichiatrica all’Università di Catania, tra i massimi esperti in ambito forense e psichiatrico a livello nazionale.

Le operazioni peritali si sono svolte a partire dal 7 febbraio 2025 all’interno del carcere di Siracusa, con accesso alla documentazione clinica, visite psichiatriche dirette e colloqui strutturati.


Il ruolo del dottor Giuseppe Iuvara

Particolarmente rilevante in questa fase del procedimento è il ruolo dei consulenti tecnici di parte, nominati dalla difesa. Tra questi figura il dottor Giuseppe Iuvara, medico legale di lungo corso e noto per la sua competenza in materia di patologia forense.

Il dottor Iuvara, insieme al collega psichiatra Salvatore Valvo, ha il delicato compito di analizzare in modo autonomo e approfondito lo stato mentale di Zaouadi, evidenziando eventuali elementi clinici e comportamentali utili a chiarire la capacità di intendere e di volere al momento del fatto. Il loro lavoro affiancherà quello del perito nominato dal tribunale e potrà offrire elementi cruciali nel confronto tecnico che avverrà in aula.


Il caso Wajdi Zaouadi


Prossime fasi

L’udienza per discutere l’esito della perizia è fissata per il 10 aprile 2025. In quella sede saranno presentate le conclusioni del professor Aguglia, con il confronto tecnico delle parti. L’esito potrebbe influenzare profondamente l’orientamento del processo, definendo se l’imputato sarà considerato penalmente imputabile o meno.


Una tragedia che interroga la società

Il caso Zaouadi ha sollevato forti interrogativi non solo sul piano penale, ma anche su quello sociale e sanitario. Come possono le istituzioni prevenire simili tragedie? Quali strumenti hanno le famiglie che convivono con situazioni di disagio psichico per segnalare pericoli concreti? E soprattutto: il sistema è davvero in grado di intervenire tempestivamente e in modo efficace? Era già stata riconosciuta patologia mentale e/o pericolosità sociale?

La vicenda non può ridursi a un semplice fatto di cronaca. È il riflesso di una fragilità sistemica: quella che riguarda la salute mentale e il suo impatto sulla sicurezza collettiva. Di fronte a tragedie come questa, la giustizia deve fare il suo corso, ma è l’intera comunità a dover fermarsi a riflettere.




 
 
 

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